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In Italia si sta lentamente definendo, in questi ultimi anni, la mappa di un nuovo potere femminile. La sta disegnando la presenza di deputate e senatrici in Parlamento, di ministre, di manager nominate ai vertici delle società quotate in Borsa, di alte funzionarie di alcune aziende pubbliche strategiche. La svolta, pur lenta, è in corso: le donne ai posti di comando danno forza a una classe dirigente più moderna, libera da vecchi schemi e gruppi ristretti di potere. Ma quanto sarà duratura questa svolta? Sarà davvero portatrice di uno sviluppo sociale più equo e moderno già presente in alcune nazioni europee? La realtà è che, ancora, non ci sono le condizioni per una società equa con opportunità e responsabilità equilibrate tra donne e uomini in tutti i campi, pubblici e privati. Resta molto da fare e sarà fondamentale, in questa fase critica, il ruolo delle donne che sono riuscite a incrinare il "soffitto di cristallo". La posizione al vertice di alcune di loro sarà una determinante leva sociale solo se aprirà a scelte libere e se saprà accelerare mutamenti significativi per tutte in mondi anche distanti: l'innovazione dell'organizzazione del lavoro con orari flessibili, possibilità di lavoro da casa, la creazione delle condizioni per un guadagno equo e il superamento, in tema di educazione, di modelli culturali ancorati a stereotipi di genere. Solo con questi radicali mutamenti sociali potremo assistere a un equilibrio di genere moderno, concreto e davvero compiuto.